di Emiliano Sciarra
” Il profetismo fu l’elemento più elevato della religione del Vecchio Testamento; senza dubbio si può considerare uno dei più colossali movimenti spirituali dell’umanità ”
Tommaso Palamidessi
7° Quaderno di Archeosofia – Diventare medium ad alto livello ultrafanico
Il profetismo è un fenomeno caratteristico delle tre grandi religioni monoteistiche: Ebraismo, Cristianesimo e Islamismo, e «si può considerare uno dei più colossali movimenti spirituali dell’umanità». L’Islamismo ha il Profeta per antonomasia, il «sigillo dei Profeti», Maometto, considerato l’ultimo e definitivo; il Cristianesimo annovera Giovanni Battista, Giovanni Evangelista autore dell’Apocalisse e, naturalmente, Gesù. Ma è nell’Ebraismo che la figura del profeta acquista un’importanza fondamentale. Non è un caso che gli scritti dei profeti costituiscono una parte rilevante della Bibbia Ebraica, la Tanàkh.
In effetti i profeti ebraici hanno costituito un aspetto originale in quanto diversi dagli oracoli, dalle sibille e dagli astrologi, e le loro indicazioni erano tenute nella più alta considerazione… a patto di saper distinguere fra veri e falsi profeti.
Ma uno degli aspetti più interessanti in assoluto è quello delle scuole di profetismo volontario, cioè istituzioni in cui si poteva cercare volontariamente il contatto diretto con l’Assoluto.
I PROFETI E LA STORIA
Vediamo innanzitutto di inquadrare storicamente i profeti nella storia di Israele, tenendo presente che la storia dei vari regni di Israele e delle vicissitudini del popolo ebraico è molto intricata e ovviamente non rientra negli scopi di questa trattazione. Il periodo che ci interessa parte dal 1250 a.C., data in cui si colloca l’Esodo dall’Egitto grazie a Mosè, sacerdote egiziano considerato il primo dei profeti, sebbene secondo alcuni anche tutti i patriarchi (da Abramo in poi) possano rientrare in questa categoria. In questo periodo sono degni di nota profeti come Giosuè, un fedelissimo di Mosè, Miriam (o Maria), la sorella danzatrice sacra, e anche Debora, che fra l’altro è stata l’unico giudice donna. Il regno cresce e dopo circa due secoli si arriva ai grandi re di Israele, Re Davide e suo figlio Salomone, che costruisce il primo Tempio. Davide (e il suo predecessore Saul) è incoronato con l’approvazione del profeta Samuele, che è importante anche perché è il fondatore delle scuole di profetismo. Alla morte di Salomone il regno si spacca in due: a Nord una decina di tribù fondano per proprio conto il Regno di Israele, mentre a Sud, con capitale Gerusalemme, rimane il Regno di Giuda. Il Regno di Israele era più ricco, più popolato e molto più instabile, ma fu anche quello più breve: venne infatti conquistato nel 722 dagli Assiri e, secondo la tradizione biblica, la popolazione fu deportata e dispersa: sono le famose dieci tribù perdute di Israele.
Il Regno di Giuda, invece, durò più a lungo: fu infatti conquistato solo nel 587 dai Babilonesi con la distruzione del Tempio di Gerusalemme e la conseguente deportazione degli Ebrei in Babilonia.
La cosiddetta cattività babilonese durò una cinquantina d’anni finché nel 539 Ciro il Grande, Re di Persia, conquistò a sua volta Babilonia, e lasciò gli Ebrei liberi di tornare alla loro terra, anche se sempre sotto la dominazione persiana. Infine, nel 332 arriva Alessandro Magno e porta la civiltà (e la dominazione) ellenica.
La maggior parte dei profeti riconosciuti si concentra durante i due Regni di Giuda e di Israele. Dopo la dominazione macedone di Alessandro perdiamo traccia dei profeti veri e propri, la cui stima fu assorbita dalla figura del sommo sacerdote. In effetti era stato già predetto più volte l’avvento del Messia, e non si aspettava altro.
Della vita vera e propria dei profeti, oltre alle scarne note in cui essi stessi ne parlano, si sa pochissimo, e di molti (per esempio Giona) si mette in dubbio anche la stessa esistenza storica. Questo problema si lega a quello della datazione delle fonti scritte, che è un argomento assai complesso che occupa filologi di tutto il mondo da sempre. Accenniamo solo che la versione attuale degli scritti profetici è databile nella maggior parte fra il IV e il VI secolo a.C., sebbene quasi sicuramente facciano riferimento ad altre opere precedenti, orali o scritte, di cui non abbiamo traccia.